martedì 16 agosto 2011

Margherita – sogni e simbologia

L’origine della margherita risale a più di quattromila anni fa grazie a reperti di antiche ceramiche così decorate e a forcine d'oro per capelli con questi ornamenti, ritrovate durante alcuni scavi in Egitto, Medio Oriente e Creta. Presso gli antichi Romani invece erano già note le sue proprietà curative, infatti le foglie fresche triturate servivano per trattare esternamente ulcerazioni, contusioni, pelle screpolata, mentre la pianta, nel corso dei secoli, è stata più impiegata come rimedio popolare per alleviare la pertosse, l’asma, il nervosismo, la sudorazione notturna, l’ittero. Si narra anche che Enrico VIII (1491-1547), re d’Inghilterra e d’Irlanda, si cibasse di piatti a base di margherite per eliminare i dolori di stomaco causati dall’ulcera. Ancora oggi in alcune parti d’Italia le sue foglioline fresche vengono aggiunte alle insalate.

Mitologia
Dato che tutte le ninfe per scappare da attenzioni non gradite decidono di farsi tramutare in qualche elemento naturale, anche Belide fece questa scelta per sfuggire dalle grinfie di Vertumno, dio dei boschi e delle stagioni che la aveva adocchiata ballare con le compagne sul ciglio della foresta. Nasce così la Bellis – nome scientifico della margheritina pratolina.
Nel Medio Evo, gli agricoltori inglesi sostenevano che la bella stagione non era arrivata finché non era possibile posare il piede su sette (o nove o dodici) margherite fiorite in un colpo solo nel prato e che trapiantare quelle selvatiche in un giardino coltivato portasse sfortuna.
Per la forma del fiore, con i petali a raggiera attorno al disco centrale giallo, la margherita richiama il sole – elemento a cui è associata – tanto che gli anglosassoni le hanno dato un nome appropriato: ‘daisy’, che derivava da ‘day’s eye’ e significava ‘occhio del giorno’, visto che si apriva al mattino e si chiudeva di notte, e da questo ne avevano anche indotto la proprietà curativa di lenire i problemi agli occhi.
Chi non ha mai fatto il gioco “m’ama o non m’ama”? Sebbene questa pratica richiami nell’immaginario collettivo la visione di angeliche giovani fanciulle medievali in attesa del loro cavaliere (in effetti nel Medio Evo per rispondere affermativamente ad una proposta matrimoniale, le giovani si ornavano i capelli con delle margherite), pare che questa pratica profetica, compresa la frase, sia stata avviata per la prima volta in epoca vittoriana da una cameriera dal cuore spezzato, desiderosa di trovare un nuovo corteggiatore che la amasse. Ugualmente Margherita interrogava il fiore omonimo per sapere se Faust la amava nella prima parte del romanzo ‘Faust’ di Goethe (1808). Questa forma popolare di profezia, tramutatasi in forma recitata, è continuata ovunque nel tempo, in modo più affievolito, spensierato e scherzoso.

Simbologia
Nel linguaggio dei fiori, la margherita ha diversi significati, tutti positivi e collegati con il concetto di ‘verità’. E’ innanzitutto il fiore delicato della purezza e dell'innocenza, della semplicità e della modestia, ma anche dell'amore fedele e della pazienza.
Per la sua apparente semplicità – è il primo fiore che disegnano i bambini! - simboleggia l'innocenza giovanile, libera dai sensi di colpa, dal peccato, dalla corruzione.
A seconda dei soggetti interessati, il messaggio insito nelle margherite diventava particolarmente significativo quando venivano regalate e accettate: elogio alle numerose virtù, tante quanti erano i petali di ognuno di questi fiori, consegnava sincerità e irreprensibilità in mano di chi la riceveva, ma poteva anche costituire una promessa di amore fedele. Quindi, quando il silente linguaggio nei fiori era conosciuto a livello popolare, una fanciulla accettava le margherite con grande onore, considerandolo un gesto in onore della sua rispettabilità o una prova di affetto. Tra innamorati, è sempre stata l’equivalente di una confessione e di pegno di sentimento eterno. Il fiore reciso e riunito in un bel mazzetto è comunemente celebrativo del 5° anniversario di un legame, mentre un bouquet di margherite viene regalato ad una neo-mamma in segno di accoglienza del neonato.
Si dice abbia proprietà profetiche.

La Margherita nei sogni
La margherita nei sogni esprime gli stessi significati simbolici dei fiori: grazia, tenerezza, amore e pazienza, ma anche rinascita e risveglio interiore essendo per eccellenza il fiore della primavera. Tutto ciò si traduce in significati simbolici legati al rinnovamento, all’apertura verso il nuovo, all’estroversione, alla fiducia, al coraggio, ma anche alla forza ed alla determinazione che si nascondono dietro alla pazienza o alla sobrietà.
Sognare margherite in un prato, o di coglierle, può riflettere la necessità di una maggiore apertura verso l’esterno, di un maggior contatto con gli altri e con la natura di cui forse il sognatore ha bisogno e che può ottenere tramite perseveranza e semplicità.
Giovane donna con margherite  (1889) - Pierre Auguste Renoir
Sembra che le margherite nei sogni possano rispecchiare un bisogno di semplicità e di quiete, oppure una forma di tenerezza che sta emergendo nei confronti di qualcuno.

La Margherita nell’arte


Nella poesia vi sono diverse richiami a questo fiore. Ad esempio Geoffrey Chaucer nel Prologo al poema ‘La leggenda delle donne eccellenti’ scritta nel 1386 in commemorazione di coloro che, nella storia e nella mitologia, sono state abbandonate, lo scrittore e poeta inglese, professa la sua predilezione per la margherita, oppure John Keats (1795-1821) che, in procinto di morire, disse di  sentire già le margherite crescere sulla sua tomba. Come fiore ‘dolce’, questo fiore è evocato anche dal poeta inglese William Wordsworth (1770-1850) nelle tre poesie dal titolo omonimo scritte nel 1802.
Considerate nate dalle lacrime della Vergine Maria, le margherite sono spesso rappresentate come simbolo dell’innocenza di Gesù Bambino nelle opere d'arte già dal periodo medievale, e rientrano tra le varietà utilizzate per l’idealizzazione dei Giardini di Maria, in nome delle virtù e degli eventi significativi della vita della Vergine e talvolta di San Giovanni (6 maggio). Ovviamente si trova anche come attributo di Santa Margherita (20 luglio). 

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