Il viola, assieme al bianco, è l’altro colore che determina il passaggio da uno stato all’altro, anche se in questo caso la situazione è leggermente più complessa.
Questo è il colore che, a livello cromatico, si crea dall’unione del rosso e del blu e che quindi costituisce una sintesi delle qualità simboliche connesse ai due, così che la passione, la violenta irruenza del rosso, incontrando la tranquillità e la trascendenza del blu, genera la temperanza del viola. Temperanza che sembra risolversi nell’unione degli opposti, nella trasformazione nata dall’incontro di aspetti ambivalenti ed in aperta contraddizione.
Per Jung infatti il viola indica essenzialmente l’unione di due nature, di corpo e di spirito, di rosso e d’azzurro, da cui discende il carattere duplice e complesso proprio della tonalità. E’ il colore della totalità originaria dell’inconscio in cui ancora non si è formata la coscienza. Una complessità iniziale da cui l’uomo muove nel suo processo di individuazione, e sul piano psichico costella aspetti di confronto e conciliazione degli opposti psichici. Per questo suo carattere di complessità e di trasformazione, il viola rappresenta tutto ciò che è arcano e sconosciuto: la mistica, l’occulto e la magia, la metafisica, la trascendenza.
In natura il colore viola trova identificazione nel fiore della violetta, tanto che dello stesso ne evoca le qualità: lo stare nascosto tra l’erba che suggerisce timidezza, l’ intenso profumo indice di seduzione e fascino, mentre la forma semplice ed essenziale richiama la grazia ed il valore dell’estetica.

Guardare oltre le apparenze.
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